Gruppo Libretti converte 20 ettari alle produzioni biologiche
“La capacità di coniugare la tradizione all’innovazione, senza mai perdere di vista la qualità produttiva, è la chiave del successo di un’azienda moderna, che non può esimersi dal seguire le tendenze di un mercato sempre più esigente”. A dirlo è Giuseppe Libretti, CEO dell’omonimo Gruppo che, dal 1950, è riferimento per l’ortofrutta internazionale.
L’azienda ha realizzato la conversione di 20 ettari al regime di agricoltura biologica: a comporre la nuova linea bio sono le referenze di maggior diffusione, come i vari segmenti di pomodoro (dal datterino all’oblungo insalataro), peperoni, melanzane, zucchine e cetrioli etc.. L’area di conversione è destinata a crescere con l’aumentare delle richieste di mercato, che andranno sempre più in questa direzione.
“Un prodotto biologico – ha detto Giuseppe Libretti – si ottiene senza l’uso di pesticidi o altre sostanze chimiche di sintesi che potrebbero lasciare dei residui nel momento della raccolta e quindi essere potenzialmente dannose per il nostro organismo. Nei protocolli che implementiamo sono ammesse solo tecniche naturali di lotta alle infestanti. Pure per la fertilizzazione si predilige ciò che già si trova in natura questo significa un maggior rispetto dell’ambiente, puntando a un modello sostenibile che mantenga inalterato l’ecosistema e rinnovi le risorse, garantendo allo stesso tempo prodotti genuini e di alta qualità: questo è l’impegno del Gruppo Libretti”.
“La filiera biologica è sottoposta a rigidi controlli – ha proseguito l’imprenditore – Le nostre coltivazioni sono soggette periodicamente a visite ispettive di controllo da parte degli enti preposti. Le ispezioni comprendono la verifica della tracciabilità della materia prima, fino al prodotto finito, nel rinnovo delle autorizzazioni, nella verifica delle condizioni di lavorazione e stoccaggio, nonché in analisi chimiche per accertare l’assenza di fitofarmaci o altri elementi non contemplati dai protocolli certificati. Questo è il nostro impegno per garantire al consumatore la massima trasparenza sul prodotto etichettato bio e la nostra scelta di impegnarci per assicurare un futuro migliore alle prossime generazioni”.
“Questa stagione si è purtroppo distinta per la diffusione del virus ToBRFV – ha spiegato il CEO del Gruppo – con una conseguente riduzione delle rese. Tuttavia stiamo imparando a convivere con il problema, reagendo, tra l’altro, con una maggiore selezione del prodotto. I prezzi fin qui sono stati abbastanza sostenuti e non abbiamo risentito più di tanto della concorrenza estera, che conta anche Belgio e Austria come produttori attenti. Il bio continua ad avere una marcia in più in tutta Europa, ma l’Italia resta il nostro mercato principale per l’80%. All’estero siamo presenti in Svizzera, Austria, Polonia e altri Paesi in cui c’è molta richiesta per l’alta qualità”.
“E’ dei mesi scorsi l’ultima novità in azienda – conclude il manager – con l’introduzione di una linea di prodotti Nickel Free per venire incontro alle esigenze dei consumatori che soffrono di allergia a questo metallo pesante, naturalmente presente in natura e che, fino a poco tempo fa impediva loro il consumo di orticole. Abbiamo sentito forte l’esigenza di assecondare queste produzioni per non lasciare indietro nessuno, nel limite delle nostre possibilità”.
“Siamo in grado di rispondere alle più diverse esigente delle principali insegne della GDO, con soluzioni di packaging in linea con gli standard più avanzati e rispondenti alle normative europee. I formati più richiesti sono 250, 300 e 500 g e sfuso in cassetta 30×40 cm”.
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